Criminologia, pubblicata nuova norma UNI

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Il 23 aprile scorso, dopo un paio d’anni di lavoro, è stata pubblicata la norma UNI che disciplina la professione finora non regolamentata del criminologo

L’attesa è finalmente terminata. Il 23 aprile scorso è stata pubblicata la normativa UNI n.11783/2020 che definisce a livello nazionale i requisiti, i compiti e le attività relative alla professione del criminologo. Non esiste infatti un albo professionale per questa figura: essa rientra nei lavori disciplinati dalla legge n. 4/2013 inerente alle “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”. Anche da un punto di vista formativo manca un percorso di studi dedicato o una specifica laurea in criminologia. Solitamente i criminologi effettuano studi ed esperienze differenti che spaziano dalla psicologia alla giurisprudenza, alla biologia fino alla medicina.

Va colto in questo senso quindi l’intervento di AICIS (Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza), promotrice dell’iniziativa, con l’obiettivo di fornire delle linee guida per la corretta qualificazione del criminologo professionista. Il lavoro è partito da lontano, circa un paio d’anni fa, e dalla definizione di criminologia, ossia lo studio del crimine nella sua globalità (autore, nesso causale tra condotta e fatto, effetti sulla vittima, etc.) e i mezzi atti a reprimerlo”. In questo senso, il criminologo si muove su più fronti: dallo studio delle nuove tecniche e metodologie investigative (vedi ad esempio la digital forensics) alle strategie di prevenzione dei reati fino al reinserimento dei criminali nella società.

La normativa UNI indica tutte le conoscenze, le competenze e le abilità richieste per poter qualificare un criminologo e prevede un livello iniziale base e due livelli avanzati (criminologo expert e senior). Per questi due livelli sono previste due diverse specializzazioni: in “criminologia generale” (lo studio del delitto nella sua realtà oggettiva e nelle sue cause) e in “criminalistica” (lo studio del fenomeno criminale e dei mezzi atti a reprimerlo). La commissione di lavoro era composta dai rappresentanti delle forze dell’ordine, da security manager e rappresentanti del mondo accademico, da associazioni di criminologi, degli ordini professionali degli avvocati, degli psicologi e degli investigatori privati italiani. L’attività è stata coordinata da Ugo Terraciano, per 20 anni professore di criminologia presso l’Università di Bologna e responsabile del laboratorio sulle indagini sul terrorismo internazionale presso l’Università di Chieti-Pescara.