Genetica forense, dalle indagini di paternità ai reati gravi

genetica forense

La genetica forense è una branca della genetica generica utilizzata nelle indagini per reati gravi, indagini di paternità e attribuzioni di resti umani

In caso di reato, si tratti di un omicidio o di una violenza sessuale, per dare un nome al colpevole è ormai cosa consolidata affidarsi alla genetica forense. Lo scopo di questa disciplina è quello di attribuire un’identità a un campione biologico, ossia delle tracce rinvenute sulla scena del crimine. Potrebbe trattarsi di un capello, un’unghia, di una macchia di sangue o di liquido seminale. Da questo materiale organico è possibile risalire al Dna di un individuo ed ottenere informazioni ed elementi precisi per delinearne il profilo. La genetica forense, che altro non è che un ramo della genetica, ma che per vocazione sposa le indagini, in ambito civile e penale, è una materia estremamente affascinante. Ad oggi, grazie alla genetica forense è possibile risolvere anche i casi più intricati e costituisce uno strumento d’indagine imprescindibile per gli investigatori.

La genetica forense può essere utilizzata per diverse finalità, come individuare il colpevole di un crimine; per accertare un rapporto di paternità; per dare un nome a dei resti umani rinvenuti a seguito di una tragedia. L’esperto di genetica forense confronta il materiale genetico acquisito o rinvenuto sulla scena del crimine con quello di un altro soggetto per verificarne la corrispondenza. Per fare questo, in Italia, come in altri paesi europei, sono state istituite delle banche dati del Dna. In questi enormi database, sono raccolte le tracce di Dna di numerosi soggetti autori di reato. Questo processo richiede specifiche competenze, ma anche una grande attenzione. Infatti, l’incidenza di agenti fisici e microrganismi sul Dna da analizzare potrebbero compromettere le indagini.

Il professionista che si occupa di analizzare il Dna presente in un determinato campione biologico viene denominato genetista forense. Per accedere a questa professione, è necessario conseguire una laurea in biologia e successivamente frequentare uno dei numerosi master o corsi di specializzazione in genetica forense organizzati dalle varie università italiane. Com’è facile intuire, il lavoro di genetista forense ha una forte correlazione con il GDPR, la normativa europea sulla protezione dei dati. In questo senso, l’esperto di genetica forense è solito lavorare a braccetto con figure specializzate in quest’ambito, come ad esempio gli avvocati. I legali possono offrire supporto ai genetisti forensi, suggerendo loro quali siano le azioni da mettere in campo affinché strutture sanitarie e laboratori di genetica forense siano in compliance con il Regolamento Europeo sulla privacy e siano tutelati i dati personali nell’ambito delle consulenze tecniche e delle perizie relative al processo, sia civile che penale.